Nella mattina del 25 Novembre, giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, gli studenti del liceo Manzoni hanno voluto dare il loro contributo in modo autonomo alla rivendicazione contro i maltrattamenti ed i femminicidi.

Nella sede di via XI Febbraio sono stati esposti scarpe ed indumenti rossi ed è stato effettuato un minuto di rumore.

Gli studenti della sede di via Ghislanzoni, oltre ad aver occupato il cortile con gli indumenti rossi, hanno condiviso un momento di riflessione sul tema della giornata che attraverso questa pagina condividono con ognuno di voi.

“Avrei veramente tantissime cose da dire a riguardo, ma oggi non è il mio spazio, non è la mia giornata, non è il mio momento… ci tenevo però a spendere comunque due parole per introdurre questo allestimento e la poesia di Cristina Torres Cacères che verrà letta dalle nostre compagne. So che tutto ciò può essere fraintendibile: sono un ragazzo, sono un uomo, che accompagna e introduce un gruppo di ragazze, di donne, in un’occasione del genere.

Ma questo gesto deve essere simbolico, simbolico come tutto il lavoro e il rumore pensato per oggi. Infatti questo è il simbolo di una lotta che non è solo delle donne, una lotta che è anche per noi maschi e soprattutto di una lotta che non è di donne contro uomini, o viceversa. Vorrei quindi che approfittassimo di questi pochi minuti, soprattutto noi ragazzi, per provare ad abbattere tutte le difese che ci siamo creati in questi anni e per metterci in discussione, una profonda autocritica, ecco cosa vi chiedo. Solo questo.

E non sottovalutiamolo, perché di fronte a ciò niente diventa scontato e niente diventa banale, anzi: ogni nostro piccolo contributo è fondamentale affinché non succeda mai più”

-Giacomo Redaelli (5BC)

Le studentesse Martina Ventrella (1BC) Carolina Pezzati (2CC) Azzurra Astorino (3BC) Chiara Parvati (4AC) Cecilia Villani (4BC) Lucia Formenti (5BC) Gemma Di Fini (5BC) Anna Negri (5BC) leggono la poesia di Cristina Torres Cacères

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.
Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutti quelli che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, non ti fermerai.
Ma, per quello che vuoi di più, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non privare le tue nipoti.
Non è colpa loro, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi tagliarono.
Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti per urlare più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.

La notizia è stata riportata e può essere letta anche ai seguenti indirizzi:

https://www.leccoonline.com/notizie/79861/lecco-al-manzoni-gli-studenti-si-fanno-sentire-contro-la-violenza-sulle-donne